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Stabilità delle quotazioni

Il mercato dei diamanti ancora dominato da logiche oligopolistiche, nel senso che pochi soggetti riescono a tenere il mercato in tensione costante riuscendo ad assicurare un livello di prezzi in continua crescita. Una caratteristica che rende il diamante un eccezionale bene rifugio proprio mentre altre forme d'investimento, come i titoli, l'oro, gli immobili, mostrano qualche segno di cedimento.

Oggi il mercato dei diamanti vale 13 miliardi di dollari all'anno ed è dominato da due soggetti: De Beers e Alrosa, rispettivamente con quote di valore del 40% e del 25%; seguono, la sudamericana Rio Tinto con 1'8 %, l'anglo australiana Bhp Billiton con il 6% e la statunitense Harry Winston col 3 %; il resto è dispersi tra altri produttori.

De Beers (attraverso il suo ramo vendite e promozione commerciale la DTC Diamond Trading Company che discende dell'estinta Central Selling Organisation) fino a qual che anno fa controllava addirittura il 90% de mercato: monopolio assoluto. Dopo l'affermarsi dei russi di Alrosa, la sua quota è scesa ma i metodi sono rimasti gli stessi. La quantita' di diamanti grezzi da trasferire alla lavorazione viene graduata secondo l'andamento del mercato, per cui, anche in periodi di forte depressione, le quotazioni delle pietre in sede industriale possono rimanere invariate, senza subire delle flessioni.

Con queste premesse, è facile capire come il prezzo sia sostenuto facendo si' che il prezzo dei diamanti dal 1992 a oggi crescesse costantemente e mediamente del 5% all'anno, confermandosi un investimento sicuro e affidabile.

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